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Tagli e censure nella storia dell’Eurovision

16 Marzo 2022 x


Blanco & Mahamood, vincitori dell’ultimo festival di Sanremo con “Brividi”, e quindi damblè partecipanti all’Eurovision 2023 che si terrà a Torino, per poter esserci dovranno tagliare il loro brano.
Questo perché per regolamento i brani partecipanti non possono avere una durata superiore ai 3 minuti, Brividi invece, ha una durata di 3 minuti e 19 secondi.

Per questo i due cantanti, insieme a Michelangelo produttore di Blanco, stanno lavorando ad una nuova versione del brano.
Cosa non molto semplice dato che lo spazio per i tagli è molto ridotto.
Successe anche a Francesco Gabbani nel 2017 di dover accorciare la sua “Occidentalis Karma” di 38 secondi.

I Maneskin,vincitori dell’ultima edizione dell’Eurovision, sono incappati ,invece,nella censura in quanto per regolamento non possono partecipare alla competizione brani contenenti parolacce nel testo.
Così la loro “Zitti e buoni” è stata riveduta e corretta.
In un’insolita censura incappò anche Gigliola Cinquetti nel 1974 con il brano “Sì “rappresentava l’Italia nell’edizione inglese.
Arrivò seconda dopo gli Abba con Waterloo.

La censura non fu dell’Eurovision ma della Rai, che decise di mandare in onda l‘evento un mese dopo il suo svolgimento ufficiale.
A maggio di quell’anno si sarebbe tenuto il referendum per la legalizzazione del divorzio e dell’aborto,e secondo il parere dei vertici Rai, il ripetersi per ben 14 volte nel brano della parola “Sí”, avrebbe potuto influenzare i cittadini sul voto.